Vacerra, la tua ammirazione
è per gli scrittori del passato
e lodi solo i poeti che son morti.
Noi, Vacerra, ti chiediam perdono:
non val proprio la pena di morire
per poterti piacere.
(Marziale)
Agitazioni politiche, rivoluzioni fiorentine e pubblico schizzinoso, io vado a fare un giro nei miei ricordi incontaminati. L’assordante rumore dell’allarme antincendio infrange la quiete di una qualsiasi domenica e, in quell’esatto istante, decido d’interrompere l’amena lettura delle variopinte considerazioni di quei bontemponi che, mandato al diavolo Socrate, bramano di mostrare le loro infinite competenze. Dal tema Renzi-Berlusconi all’abbigliamento “tipo” del “Pitti Uomo 85”, ne ho lette così tante, al limite della commozione, da voler fare una dedica cordiale. Perchè? Perchè ancora una volta ho trovato la grande bellezza nella voglia di fare, nel desiderio di rompere il circolo vizioso nel quale, senza un minimo di premura, rischiamo di finire tutti. Ho voglia di vedere persone coraggiose che non temano d’indossare i propri migliori propositi ed esibirli in maniera intelligente, confrontarsi con una società che, al di là di ogni pessimismo, ha da offrirci molto e mettersi in gioco nonostante l’ostilità di un Vacerra a caso.